Marcello è un creativo libero professionista attualmente residente nel Regno Unito. Dopo aver terminato i suoi studi in design e sartoria del costume storico a Edimburgo nel 2021,
è approdato al mondo del lavoro nella creazione artigianale dei costumi per il cinema e la televisione, in progetti sci-fi fantasy e d’epoca, distribuiti su scala globale da aziende come HBO e Amazon Prime Video.
INTERVISTA
Marcello, oggi sei un costumista emergente per film e serie tv. Sono curiosa però di sapere com’è nata la tua passione per i costumi d’epoca. Ho notato che ti sei laureato in Economia nel 2015 all’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti, e un anno dopo hai fatto un Master alla Glasgow Caledonian University in International Fashion Marketing. Successivamente hai frequentato l’Edinburgh College, approcciandoti al mondo della storia del costume e del taglio e cucito.
Come sei approdato al mondo del costume partendo da una laurea in Economia?
L’immagine vivida di un piccolo Marcello che abbozza costumi su un quaderno a righe nel primo giorno di scuola elementare, rimane tuttora uno dei miei ricordi più significativi. Ho sempre avuto una curiosità per le storie e un interesse per le arti visive e l’artigianato, ma la mancanza di coraggio nell’intraprendere un percorso poco convenzionale e il difficile accesso alla disciplina del costume hanno rallentato la mia chiamata al ruolo di creatore nella società. Ho iniziato a scoprire una passione per le industrie creative come quella dell’abbigliamento e quella cinematografica, e ottenuto una laurea in Economia e International Fashion Marketing, nell’intento di ricoprire ruoli imprenditoriali. Successivamente ho sentito il bisogno di scoprire la mia creatività nella speranza di aiutare a mostrare storie sul piccolo e grande schermo, approcciandomi alla storia del costume, sartoria e design.
Ora sono consapevole del fatto che il costume è una chiave di lettura del mondo, determinata dall’intersezione tra diverse conoscenze strettamente collegate; e capisco che il mio percorso non lineare verso il cinema e la televisione mi aiuta ad essere un costumista immaginativo con acume imprenditoriale; queste sono qualità strettamente necessarie al successo di un libero professionista in un’industria creativa.
La città di Edimburgo ha segnato un po’ la tua svolta professionale. Cosa ti lega a questa città e come ha cambiato i tuoi sogni e progetti?
Le mie esperienze a Edimburgo rappresentano l’inizio della mia formazione e carriera da costumista. La capitale della Scozia offre diversi corsi relativi alle arti performative e accoglie migliaia di artisti durante il mese del Fringe, il festival delle arti più grande al mondo. L’ambiente artistico della città, le nuove conoscenze in materia di costume e la presenza di opportunità in teatro e film mi hanno dato un assaggio di un nuovo stile di vita, nuovi sogni e nuove prospettive per un percorso professionale.
Il college è stato per te il primo incontro con la manodopera unita alla conoscenza tecnica della modellistica, del taglio, del cucito e del tessuto? Oppure avevi già avuto altre occasioni di scoprire questo mondo?
Crescendo in Italia, ho avuto il privilegio di essere circondato da arte e artigianato in diverse forme. Ma ho appreso l’esistenza del mestiere di costumista grazie ad un’amica che studiava recitazione a Roma e ho imparato a cucire quando ho compiuto 25 anni a Edimburgo, grazie al college. Devo riconoscere l’importanza delle mie insegnanti formidabili Anya Glinski e Liz McCafferty nel corso offerto da Edinburgh College, che mi hanno aiutato, attraverso diversi progetti, a forgiare una base di conoscenze tecniche che hanno contribuito a formare la mia figura professionale.
Come nasce il progetto di un costume d’epoca, e quali sono gli elementi, le situazioni e le circostanze da cui trai ispirazione?
Come tutti i progetti di costume, si parte dallo studio del copione, il personaggio, l’attore e i requisiti della scena. Da un punto di vista di design e taglio, per un costume d’epoca è essenziale la conoscenza della storia del costume, come creare e adattare cartamodelli al corpo contemporaneo e come utilizzare i materiali disponibili per la creazione di un risultato credibile nella storia. Come ispirazione, di solito parto da una ricerca di sfondo e dallo studio psicologico del personaggio stesso all’interno della storia, che si traducono in forme, tessuti e colori.
Com’è iniziata la tua carriera? Qual è l’esperienza o il lavoro che hanno determinato maggiormente il tuo futuro?
Ho iniziato la mia carriera professionale grazie ad uno stage di un giorno sul set del film The Lost King, offerto dall’organizzazione per film e televisione Screen Scotland, dopo un processo di selezione abbastanza competitivo nel mio ultimo anno al college. Grazie al buon lavoro dimostrato sul set, mi hanno chiesto di tornare impiegandomi per una settimana. Dopo questa esperienza, e una volta finito il college, sono entrato in contatto con la costumista della serie Peaky Blinders, che avevo precedentemente incontrato virtualmente in un seminario online organizzato da BAFTA (British Academy of Film and Television Arts). Lei mi ha dato consigli e mi ha aiutato a muovere i primi passi verso il mio primo contratto in una serie TV americana filmata a Londra.
A quali dei progetti a cui hai lavorato sei rimasto più legato? Quali di questi riassumono meglio le tue capacità e il tuo stile?
Sicuramente la mini serie televisiva Anansi Boys, che verrà distribuita da Amazon Prime Video, è il progetto a cui sono rimasto più legato per diversi motivi. In questo progetto ho avuto la grande opportunità di imparare tanto in materia di costume; di esplorare la mia creatività e senso estetico in una storia entusiasmante tramite la supervisione creativa della fantastica Costume Designer. Inoltre ho avuto modo di creare costumi per attori iconici che guardavo nei miei film preferiti da bambino.
Nel corso della tua carriera hai lavorato con costumisti importanti. Quali di questi hanno influenzato la tua crescita creativa?
Prima di altri, la costumista Anya Glinski ha avuto un ruolo importante all’inizio del mio percorso creativo. Con venti anni di esperienza nel West End di Londra, lei ha ha creduto nel mio potenziale e nei miei sogni, guidandomi e inspirandomi durante i miei anni al college. Successivamente, il costumista Robert Macfarlane ha incoraggiato a sfruttare i miei punti di forza e ad avventurarmi fuori dalla mia zona di comfort, durante la creazione dei costumi di Anansi Boys a Edimburgo.
Perlustrando il tuo portfolio si nota che buona parte del tuo lavoro è ispirata al 18° secolo. Perché? C’è qualcosa che ti colpisce particolarmente di questa epoca storica?
I miei progetti dell’ultimo anno del college, inspirati alla fine del 18° secolo, mi hanno particolarmente interessato principalmente perché trovo le forme e gli indumenti dell’epoca molto interessanti da creare, più sobrie rispetto alla metà del secolo. Specialmente per la donna, mi interessava lo stile della Rivoluzione Francese con giacche tipicamente inspirate a elementi di sartoria maschile, abbinate a forme più femminili e leggere, create da tessuti come la mussola utilizzata nelle gonne.
Cos’hai in cantiere, quali sono i tuoi progetti in corso? Puoi anticiparci qualcosa?
Al momento sto imparando a lavorare la pelle, focalizzandomi soprattutto sulla manifattura di accessori. Parteciperò ad un nuovo grande progetto vicino Londra, ma a causa degli accordi di non divulgazione non posso parlarne. In futuro, mi piacerebbe aprire un giorno un mio laboratorio di artigianato e fare styling per video commerciali.
Attualmente vivi a Londra, giusto? Quanto è stato fondamentale per il tuo lavoro lavorare all’estero? Ti piacerebbe tornare in Italia?
Ho trascorso diversi mesi a Londra di recente perchè la maggior parte dei progetti sono localizzati in quella zona, ma mantengo la mia vita non lavorativa a Edimburgo durante i fine settimana. Trasferimi all’estero è stato fondamentale per accedere alle conoscenze necessarie per lavorare, quello è stato il mio punto di partenza. A Roma è possibile studiare il mestiere di costumista ed è sicuramente possibile lavorare nel settore. Mi piacerebbe un giorno partecipare ad un progetto in Italia e imparare da grandi costumisti italiani. Per adesso vedo il mio futuro svolgersi nel Regno Unito!
Autrice dell'intervista a Marcello Di Candia
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