Aldo Sacchetti è un illustratore di moda. Attualmente collabora con luxury brand come Fendi, Bulgari, Dior, Givenchy e Audemars Piguet. Ha collaborato con Sofia Gnoli per la pubblicazione del suo libro “L’alfabeto della moda”, curandone le illustrazioni. Il libro è stato pubblicato nel 2019 presso la casa editrice Carocci Editore. I suoi lavori sono pubblicati in diversi cataloghi d’arte e in molteplici magazine di moda. È presente in numerose mostre d’arte dove espone i suoi lavori, sia nella sua città d’origine che in altre città d’Italia.
INTERVISTA
Ciao Aldo, grazie di aver accettato l’intervista per B-log. Sei un illustratore di moda molto conosciuto, che collabora con grandi brand di lusso come Fendi, Bulgari, Dior e Givenchy. Com’è nata la tua passione per la moda e il lusso? Quando secondo te è emerso il tuo talento per le illustrazioni? C’è un episodio in particolare che ha segnato la tua svolta in questo settore?
La mia passione per la moda e il lusso nasce sin da piccolo, segue e accompagna la grande passione che ho per la danza classica, il primo tema dei miei disegni.
C’è stata una chiave di svolta per il mio lavoro, sono stato chiamato per un evento dopo essere stato scoperto sui social. Da lì qualcuno mi ha voluto in Fendi e poi tutto il resto. Io dico che è stata una questione di fortuna, sicuramente i miei disegni hanno fatto e fanno il loro lavoro.
Dalle tue illustrazioni, oltre al talento, si percepisce la conoscenza tecnica dei capi e degli accessori. Quanto ha inciso per la tua formazione l’aver frequentato un’Accademia di moda e l’esserti trasferito a Roma per realizzare i tuoi sogni? Sognavi all’inizio di diventare un fashion designer?
Dunque, trasferirmi a Roma e studiare è stato lo step fondamentale di inizio del mio percorso. Per quanto ami la mia città non aveva un granché da offrirmi in questo settore, almeno ai tempi.
Com’è maturata l’idea di diventare successivamente un illustratore di moda?
L’idea dell’illustratore è venuta fuori durante gli anni dell’Accademia, quando ho iniziato a notare che la mia attenzione si incentrava più sull’estetica del figurino piuttosto che sulla progettazione dell’abito.
Come sono nate le collaborazioni con i brand di moda internazionali? Quale brand ti rappresenta di più come stile e mood? C’è un’illustrazione in particolare che ti è rimasta più nel cuore, e perché?
Non mi ispiro ad un brand in particolare, ognuno dei brand con cui collaboro ha un qualcosa che mi affascina e la porto con me nei miei disegni.
Un’illustrazione che mi è rimasta nel cuore è un acquerello con 5 donne danzanti. Perché penso mi rappresenti nella mia totalità.
Per le tue opere prediligi l’utilizzo dell’acquerello o dei mezzi digitali? Come pensi che gli strumenti di AI (intelligenza artificiale) possano influenzare il lavoro creativo? Ti è capitato di aver dovuto utilizzare dei software 3D?
Io lavoro sia in digitale, sia in analogico.
Preferisco molto di più ‘carta e penna’ e la mia tecnica preferita è l’acquerello.
Ma un illustratore deve tenersi al passo e così uso spessissimo software per arte digitali, anche 3D.
Penso inoltre che l’AI influenzerà molto l’arte, come sta già facendo e influenzerà un po’ il nostro modo di vivere in generale. Chissà magari diventerò un AI artist un domani. Non mi precludo nulla.
Viaggi molto per lavoro, Milano, Roma, Parigi. Mi hanno molto colpito le tue illustrazioni per Dior, visibili sul tuo sito Aldosacchetti.com. Raccontaci che emozioni hai provato nel vedere i tuoi lavori vicino alle collezioni di una delle maison più importanti del mondo. In quei momenti, circondato dalle clienti dell’atelier, da dove trai ispirazione per il disegno dal vivo?
Si, viaggio tanto.
Oggi ritornerò a Roma da Zurigo.
È sempre un onore vedere le mie opere all’interno di certi contesti, lo è ancora di più vedere l’interesse che destano nel pubblico nonostante siano affiancate da altrettanto importanti opere d’arte.
Se non fossi un famoso illustratore di moda, chi saresti oggi? Hai mai avuto la tentazione di cambiare percorso?
Mi è capitato qualche volta di pensarmi in altri contesti, ma è praticamente per me impossibile vivere senza questo lavoro, mi annoierei a morte.
Hai collaborato con Sofia Gnoli per la pubblicazione del suo libro “L’alfabeto della moda”, curandone le illustrazioni. Com’è nato questo progetto?
Sofia è stata mia docente in Accademia e fra noi c’è stata una simpatia immediata.
Dopo un po’ di tempo mi ha chiesto se volessi illustrare per lei un libro a cui stava lavorando.
Quale consiglio vuoi dare ai giovani che vogliono intraprendere la carriera di illustratore di moda?
A chi intraprende questa carriera consiglio di usare molto ì social, farsi conoscere senza paura.
E lanciarsi su tutto con altrettanta sicurezza.
Puoi darci qualche anticipazione sui tuoi progetti futuri?
Ci sono due progetti nel cassetto molto importanti, ma purtroppo non ne posso ancora parlare, sia per privacy che per scaramanzia.
Autrice dell'intervista ad Aldo Sacchetti
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